Non importa che tu ti trova a Catania o a Bolzano. Che tu stia mangiando un dolce o una pietanza salata al pistacchio. Quasi sempre, nel menù, quel pistacchio sarà presentato come “pistacchio di Bronte”. Ma è davvero così? La risposta, purtroppo, è no.

L’oro verde della nostra terra è ormai divenuto uno dei principali prodotti da contraffazione. Anche alcune delle migliori pasticcerie si vedono recapitare sacchi di pistacchi tritati che promettono di provenire dalle pendici dell’Etna e invece, spesso, arrivano da territori fuori dai nostri confini.

Riconoscere un pistacchio di Bronte non è troppo difficile. Almeno per noi che ogni giorno lo tocchiamo, lo assaggiamo, lo utilizziamo e lo conserviamo con la massima cura. Ecco qualche piccolo segreto che vogliamo svelarvi…

1 – Fate attenzione alla forma
Il pistacchio che tende ad essere tondeggiante non arriva da Bronte. Tendenzialmente, i pistacchi di Bronte sono lunghi il doppio rispetto a quanto sono larghi. Se osservate il frutto intero, quindi, noterete una forma decisamente allungata, quasi appuntita. C’è da dire che anche altri tipi di pistacchio, come quello greco, possono avere una forma simili. Questo è quindi un primo indizio: utile, ma da solo non determinante.

2 – Soffermatevi sul colore
Il pistacchio di Bronte è verde, un colore piuttosto brillante, una tonalità pastello. Le sfumature giallastre sono ridotte al mimino, quindi se il vostro pistacchio in granella è più giallo che verde o ha un colore verde acido allora non è di Bronte. Se invece osservate il frutto intero potrete notare la pellicina che, nel caso del pistacchio di Bronte, è violacea.

 

3 – Assaporate per bene
Se il pistacchio è salato naturalmente allora non è di Bronte. Il gusto del tipico frutto siciliano è decisamente tendente al dolce. Così aromatico da non necessitare di aromi o salature.