Quando si parla di nuove frontiere d’alimentazione e di ottimizzazione delle risorse (siamo sempre di più e le coltivazioni sono sempre più a rischio) si parla quasi sempre di nuovi ingredienti, ovvero sostanze alternative che dovrebbero somigliare quanto più possibile all’originale. E anche lo zucchero non è immune a questo trend.

Spesso demonizzato, specie negli USA dove se ne fa un consumo esagerato, lo zucchero è sempre più spesso sostituito, ma con scarsi risultati. Diverse ricerche hanno evidenziato come i dolcificanti non abbiano vantaggi “rilevanti” rispetto allo zucchero né in termini di calorie, né in termini di “salute”. Anzi, alcuni prodotti artificiali possono essere dannosi. Eppure, la Coca-Cola ha stanziato un premio di un milione di dollari per coloro i quali riusciranno a “scoprire” un sostituto dello zucchero a potere calorico nullo.

I risultati, per ora, sono stati dei grandi buchi nell’acqua. Si era puntato tutto sul Monk fruit, una specie di melone tropicale da cui si può estrarre una sostanza 300 volte più dolce dallo zucchero a zero calorie. Il problema? Il retrogusto della sostanza è pessimo e le coltivazioni sono davvero costose. Flop anche per la Stevia, col suo retrogusto di liquirizia che non tutti trovano gradevole, e per la brazzeina, una proteina estratta dai frutti di una pianta africana. Quest’ultima non andava bene perché faceva sentire il sapore dolce solo dopo 5 secondi: un’eternità in termini di gusto.

E se imparassimo, semplicemente, a goderci un buon dolce come si deve, senza esagerare?